Tempo di lettura: 8 min

Il fibroma uterino, così come il fibroma extrauterino, è chiamato anche leiomioma o mioma ed è un tumore benigno dell’utero che compare frequentemente nelle donne in età fertile.

Questa è la definizione nuda e cruda di questa patologia così diffusa ma così silenziosa.

Oggi, ad una settimana esatta dal giorno del mio intervento, vi racconterò la mia esperienza.

Dall’inizio.

La scoperta.

fibroma extrauterino - pancia

Uno dei miei più grandi e gravi errori è aver mollemente trascurato la mia salute. Procrastinare il momento della tanto “temuta” visita ginecologica è stato uno sbaglio. E ho pagato caro le conseguenze.

Io, viaggiatrice nel mondo, amante di avventure e sognatrice, alla fine mi sono ritrovata a 30 anni a fare il mio primo tête-à-tête con una ginecologa. E lì è successo il misfatto.

Visita ed ecografia hanno fatto emergere la presenza del mio fibroma extrauterino.

Grande. Delle dimensioni di un’arancia.

Fibroma extrauterino sintomi: Quali?

Scontrandomi con una scoperta del genere non ho potuto fare a meno di pensare e ripensare ai possibili sintomi che il fibroma extrauterino avrebbe potuto causare. E niente, non ho trovato nulla.

Da una ricerca sul web, ho poi scoperto che la maggior parte dei fibromi esterni all’utero sono asintomatici. Ciò significa che loro se ne stanno lì e non creano nessun tipo di fastidio… tranne a volte un leggero gonfiore alla pancia, che può essere scambiato per una banale costipazione.

Generalmente, infatti, essi vengono scoperti assolutamente per caso, così come è successo a me!

Il mio, in particolare, era bello posizionato al di sopra dell’utero ma non creava né stipsi né dolore alla minzione né pancia gonfia. Ho letto in giro che il fibroma fa gonfiare la pancia. Il mio aveva trovato il suo posto dentro di me, crescendo millimetro dopo millimetro, senza darmi nessun segnale di allarme.

Che fare?

Consultando vari ginecologi mi sono posta le seguenti domande:

Asportazione durante il parto?

L’idea di aspettare e toglierlo in occasione di un’eventuale gravidanza è assolutamente FOLLE. Sia perché allo stato attuale una gravidanza non è in programma, sia soprattutto perché è estremamente pericoloso.

In primis non si può prevedere come potrebbe evolvere il fibroma extrauterino nel corso dei 9 mesi. Inoltre, nel momento del parto il corpo, già sotto stress, potrebbe non riuscire a sopportare anche l’asportazione del fibroma.

Perché mai correre dei simili rischi?

Fibroma: Laparoscopia o laparotomia?

Beh, diciamo che questo quesito è ovviamente fuori dalle mie competenze, né avrei potuto scegliere una opzione piuttosto che un’altra. La scelta non spetta a me, è del medico chirurgo incaricato di operarmi.

Diciamo che preferivo la laparoscopia: una tecnica non troppo invasiva che prevede l’inserimento degli “attrezzi da lavoro” attraverso 3/4 buchi in pancia. Totalmente diversa dalla laparotomia: il classico taglio da cesareo.

Partire o non partire?

E già perché nonostante tutto io avevo la mia incasinata vita da vivere ed ero proprio in procinto di fare un altro trasferimento importante. Dopo:

asportazione fibroma o partire per l'estero?
  • 4 anni a Malta,
  • il viaggio in Canada,
  • la parentesi nella fredda Monaco di Baviera
  • e la sosta giù dai miei…

…era di nuovo arrivato il momento di partire.

E alla fine son partita. Con l’ansia che il numero italiano squillasse e fosse proprio la segretaria del ginecologo a dirmi “ci siamo, hai l’operazione fra due settimane. Vieni”.

E invece è passato un anno….

La svolta.

Ci sono dei momenti nella vita nei quali devi prendere una decisione. Devi fermarti un attimo e pensare di dover chiudere dei capitoli, sistemare delle questioni irrisolte e rimaste in sospeso prima che sia troppo tardi.

Ed è così che ho deciso di mollare – di nuovo – tutto e prendermi cura di me, togliendo questo maledetto fibroma extrauterino.

Fibroma che nel frattempo, sempre molto silenziosamente, era cresciuto diventando un melone.

Era assolutamente il momento di intervenire.

Il ricovero.

La paura.

Ecco come riassumo le 48 ore che hanno preceduto l’intervento.

fibroma extrauterino - monitor

Si è trattato della mia prima operazione in assoluto.

Né un osso rotto, né una lussazione nonostante la mia innata pazzia a smontare dalla bici in corsa quando avevo 8 anni.

E solo l’idea di dover restare in ospedale in vista dell’intervento mi terrorizzava.

Alla fine mi sono calmata.

Aspettavo questo momento da un anno e mezzo ed ora mi arrendevo alla paura? Giammai!

E così ho affrontato la fase 1 del viaggio verso la rimozione del mio fibroma extrauterino: la purga!

Ho imparato a mie spese che l’ultimo pasto prima di un’operazione consiste in una semplice e acquosa pastina in brodo. Pastina che poi andrai ad “eliminare” come tutti i cibi in precedenza ingeriti e non smaltiti naturalmente.

Una serata e nottata di via vai dal bagno, che almeno mi ha tenuto clamorosamente distratta da quello che sarebbe accaduto l’indomani.

Fibroma extrauterino: L’operazione.

Ed eccomi qui. Io, il fibroma e l’intervento di asportazione.

L’operazione di asportazione del fibroma extrauterino era in programma alle ore 8:30. O almeno io per quell’ora dovevo essere pronta, e lo ero mooolto prima.

La vita in ospedale inizia presto. Alle ore 6:00 è venuta a svegliarmi l’infermiera per la misurazione della temperatura, dando indicazioni sul come indossare le calze anti-trombi consigliate nel pre-durante-post operatorio.

Sta di fatto che prima delle 8 avevo indossato le calze, il camice verde da sala operatoria e l’infermiera mi aveva messo la prima flebo di antibiotico.

Poi è venuto l’infermiere con la barella.

Paradossalmente in quei momenti ero lucida e senza paura. Il terrore dei giorni precedenti sembrava totalmente lontano da me, quasi si fosse trattato di un’altra persona.

Mi stendo sulla barella e mi lascio trasportare.

L’infermiere mi chiede se avessi qualcuno fuori dalla porta del reparto e se li volessi vedere. Rispondo di sì, ma che non volevo vedere nessuno… di portarmi dritta in sala operatoria.

Erano le 9:30.

Mi “parcheggiano” in una stanzina e mi attaccano un’altra flebo. Intanto una dottoressa mi fa le classiche domande di rito (Quanti anni hai? Allergie? Gravidanze? ecc).

Mezzo sonnecchiando noto il dottore che avrebbe dovuto operarmi. Si avvicina e mi avvisa che l’operazione era stata temporaneamente sospesa per via di un cesareo d’urgenza. Ma, cosa per me più importante, che sarebbe intervenuto con il taglio per via delle dimensioni eccessive del fibroma extrauterino.

In quel momento cosa avrei potuto fare? Niente. Affidarsi ad un dottore significa accettare le sue scelte e aspettare il momento dell’operazione. Affrontando, poi, il “dopo”.

Finalmente mi portano in sala operatoria. Erano le 10:30.

Dell’intervento ricordo solo che mi hanno legato mani e piedi e detto di respirare dentro una mascherina… poi più nulla.

Il risveglio.

Mi sveglio e sento:

fibroma extrauterino - il risveglio

– un forte dolore al basso ventre;

– un freddo incredibile;

uno “straaap”: era il camice che mi avevano strappato di dosso lasciandomi completamente nuda.

Sinceramente in quel momento la mia testa era vuota. Non ricordo di aver pensato qualcosa. Sapevo dov’ero e avevo tanto freddo.

Butto un occhio all’orologio posto al di sopra della porta della sala operatoria. Erano le 12:00.

In qualche modo mi ritrovo sulla brandina e vengo spinta in un corridoio. Non ricordo per quanto tempo io sia rimasta lì ferma. Ricordo solo ombre che si muovevano intorno a me, e il freddo.

Giro lo sguardo e incrocio il medico. In quell’istante un briciolo di lucidità prende il sopravvento e mi fa chiedere “dottore… lo avete tolto?”. Il suo volto è indefinito, so che è lui e difatti mi risponde rassicurandomi.

Il barelliere ritorna e mi spinge in camera, chiedendomi di nuovo se volessi far entrare i miei. Non so per quale motivo ma la mia risposta è stata la stessa dell’andata: NO. Forse perché non volevo che mi vedessero in quello stato, forse volevo proteggerli da una visione non proprio felice di me. Sta di fatto che ho detto “no”.

In camera mi spostano di peso sul letto, mi levano la cuffia dai capelli, sistemano flebo e catetere e mi infilano la maglia del pigiama.

Ero sveglia, provavo un dolore assurdo, aspettavo che l’antidolorifico facesse effetto e che si facesse l’orario di visita. Perché poi sì, poi volevo vedere i miei. Volevo vedere mia mamma, mia sorella, mio padre, il mio ragazzo… volevo vederli tutti.

Fibroma uterino: degenza e post operatorio.

Con l’aiuto dell’antidolorifico mi sono tranquillizzata e sono stata a letto tutto il giorno, stesa. Non avevo nessuna intenzione di muovermi.

I dottori mi avevano vietato di bere per cui potevo solo bagnarmi le labbra con un panno umido. Non ho mai sofferto la sete come in quell’occasione.

La prima notte è stata lunga, davvero lunga.

Ogni due ore gli infermieri venivano per misurarmi la pressione, controllare flebo e catetere. A volte anche a fare prelievi e controllare la temperatura.

Il giorno dopo hanno levato il catetere e concesso di bere acqua e tè non zuccherato; ed il dottore mi ha spronato ad alzarmi. Si, ma chi ce la faceva?

La prima discesa dal letto è stata tragica. Per non parlare dei primi passi…

Una settimana dopo.

Una settimana fa ho fatto l’intervento per asportare il mio fibroma extrauterino. Adesso sto meglio, riesco ad alzarmi dal letto con meno fatica e sono più sciolta nei movimenti.

La ferita inizia a prudermi.

Domani andrò dal mio dottore di famiglia per la rimozione dei punti e sarà un’altra bella prova.

Guardandomi indietro vedo una me impaurita ed una me forte che ha affrontato l’operazione e tutto il post con coraggio. Dovrò attingere da questa seconda “me” per riprendermi completamente e andare avanti.

Se penso alla cicatrice? Sinceramente no, ancora non ci ho pensato e credo sia davvero l’ultimo dei problemi. All’infermiera che mi ha rifatto la medicazione il giorno delle dimissioni ho detto che in pratica ho il taglio del cesareo, ma senza bambino.

Mia sorella mi prende in giro dicendo che sto facendo le prove generali!

Vedremo, la strada è lunga ma so che posso contare su poche ma ottime persone sinceramente interessate a me. Loro sono la mia forza e ce la farò per me stessa, e per loro.

Un mese dopo. Il mio rapporto con la cicatrice per colpa del fibroma

Sono andata a togliere i punti e il mio ragazzo e mia sorella stavano per svenire.

Io, sdraiata sul lettino del mio medico, tendevo la pelle per permettere a lui di sfilare via il filo. Il medico, con la testa piegata sulla sua spalla per tenere il cellulare, parlava con un altro dottore dall’altro capo del telefono circa la rimozione di quel tipo di punti.

I miei accompagnatori, in piedi dietro la testiera della barella, invece di darmi forza stavano per sentirsi male per la scena surreale che stavo vivendo.

E io? Io ho dimostrato ancora una volta la mia forza, calma e freddezza. In quel momento non pensavo a quanto fosse brutta la cicatrice, a quanto mi facesse ancora male. Volevo solo togliermi il pensiero dei punti.

Sopravvissuti tutti a quest’odissea, siamo tornati a casa.

Io continuo a tenere le calze anti-trombi ma a breve dovrò levarle…

Uso ancora invece la fascia elastica che contiene la pancia. Quando mi alzo ho ancora quella spiacevole sensazione che il basso ventre mi possa cadere, lo so, è da folli. Ma la fascia mi aiuta ad avere più forza e coraggio nei miei movimenti.

La cicatrice? La odio. A volte mi avvicino allo specchio, abbasso i pantaloni e la guardo mentre piango. Il mio ventre è irrimediabilmente lacerato e porterò questo segno per sempre.

Mia madre e mia zia mi hanno mostrato le loro cicatrici per i cesarei, cercando di farmi forza facendomi vedere lo stato di cicatrizzazione dopo molti anni. Non so se esserne contenta.

Ho fatto qualche ricerca e molti consigliano il Bio Oil per le cicatrici. Inizierò a metterlo appena possibile… cercando di essere costante.

asportazione fibroma extrauterino - post operazione e rinascita
asportazione fibroma extrauterino – post operazione e rinascita